I bagnini in tempo di crisi: «Non solo giovani, ma anche padri di famiglia»

BARI – «Negli ultimi anni il numero degli iscritti al corso per diventare bagnino è aumentato e ora sono molti i padri di famiglia che, per colpa della crisi, tentano questa strada per racimolare qualche euro d’estate». Queste le parole di Antonio Spanò, direttore della sezione di Bari della Società nazionale di salvamento. Da quando una legge degli anni 30 ha obbligato il loro impiego in tutti gli stabilimenti balneari, i bagnini sono diventati una presenza costante sulle spiagge (e le piscine) italiane.  

Nei  lidi più grandi ci deve essere più di un bagnino (uno ogni 80 metri di spiaggia), che deve essere sempre in contatto con il 118 nel caso in cui si verifichino incidenti gravi. Per il resto il bagnino deve salvare chi viene colto da un malore in acqua, soccorrere chi viene punto da un animale (ad esempio un insetto, una medusa o una tracina) e stabilire se è possibile fare il bagno quando ad esempio c’è molto vento.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Infatti durante il corso per ottenere il brevetto (il cui costo è di circa 200 euro) si imparano nozioni di primo soccorso e anche di meteorologia, perché è il “guardia spiaggia” che decide quale bandiera affiggere sul tratto di costa di sua competenza: “verde” nessun pericolo, “giallo” condizioni di pericolo e se c’è forte vento divieto di usare galleggianti o ombrelloni, “rosso” divieto di balneazioni. Le lezioni pratiche invece riguardano il nuoto e il riuscire a manovrare quell’imbarcazione a remi chiamata “moscone”.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

Il bagnino si posiziona sulla torretta che si trova sulla spiaggia, dalla quale può scendere solo in caso di pericolo per i bagnanti e porta con sé fischietto, binocolo, salvagente, imbarcazione di salvataggio e una cassetta di pronto soccorso con pomate anti prurito e anti puntura.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

«Chiunque può diventare bagnino – afferma Spanò –  e non conta certo l’aspetto fisico (non siamo a Baywatch). Basta invece aver compiuto 16 anni, possedere una sana e robusta costituzione, saper nuotare, essere magari un buon comunicatore. Alla fine del corso viene rilasciato il brevetto (che ha durata di 3 anni) dalla Federazione nuoto o dalla Società nazionale di salvamento dopo aver sostenuto un esame finale. La commissione d’esame è composta da un ufficiale della Capitaneria di porto, un rappresentante della società di salvamento presso la quale si è svolto il corso e da un medico».Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà.

I corsi si svolgono presso le piscine o i lidi convenzionati, iniziano in primavera e finiscono ai primi di giugno. E sono frequentatissimi. «Quest’anno si sono iscritte 150 persone – sottolinea Spanò -. In passato partecipavano soprattutto i giovani, mentre ora ci sono molti padri di famiglia». Sì perché a fronte di un investimento di 200 euro, c’è la possibilità poi di guadagnarne all’incirca 1200 al mese (per tutta l’estate) per un impegno di quaranta ore settimanali. In tempo di crisi ci si aggrappa a tutto.

Fonte: http://www.barinedita.it/

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