In ospedale per le meduse


Li chiamano «jelly bloom», fioriture gelatinose.

In ospedale per le meduse

Arrivano puntuali ogni estate e negli ultimi anni sono decisamente cresciute: si tratta delle segnalazioni di avvistamenti di meduse nel nostro mare.

E, immancabilmente, con l’arrivo dei primi sciami ecco che si registrano casi di bagnanti urticati.

A lanciare l’allarme meduse a Cecina, in questi giorni, ci ha pensato la rivista Focus che oggi pubblica i dati di un osservatorio consultabile anche online: si fa riferimento ad avvistamenti del 30 giugno scorso, a nord e a sud di Cecina, di meduse della specie Pelagica Noctiluca, molto urticante (la lesione è come una strisciata che dopo un breve rossore presenta anche reazioni bollose) e della Carybdea Marsupialis (il cui veleno, sebbene non forte come nelle specie tropicali, può provocare serie ustioni).

Focus spiega che la situazione, nel mar Tirreno, è abbastanza tranquilla eccetto – appunto – a Cecina, Gorgona e Capraia dove sono stati monitorati avvistamenti.

Nei giorni scorsi, al pronto soccorso, si sono presentati bagnanti per farsi curare le ustioni da contatto con le meduse. Altri casi sono stati trattati da medici di guardia.

Ci racconta uno di loro: «Ho visto due bagnanti che presentavano su petto e braccia arrossamenti ed un bambino con una ferita ad un dito di piede, poi gonfiato, provocata molto probabilmente da una tracina». E Paolo Pennati, direttore del Pronto Soccorso di Cecina, conferma: «Sì, fino alla fine di giugno ci sono stati casi di pazienti che si sono presentanti per contatti con meduse.

Ma direi che non sono episodi significativi, anche perché con l’apertura delle postazioni di guardia turistica alcuni casi vengono trattati lì».

E aggiunge: «Per lo più abbiamo avuto a che fare con bagnanti con problemi di eritemi, per l’esposizione al sole, o con piccoli incidenti tipo cadute dagli scogli o ferite provocate da ami di lenze».

Andrea Cecconi, una lunga esperienza nel settore del salvataggio e oggi fiduciario Fin (tiene corsi per bagnini) avverte: «Se al mare si trovassero adeguate informazioni un bagnante non andrebbe al pronto soccorso per ustioni da medusa.

Oggi i bagnini non possono applicare farmaci, possono però dare preziosi consigli di pronto soccorso, peraltro previsti nel manuale Fin: tipo l’acqua di mare e la sabbia per levare veleno e filamente.

E poi, trattandosi di un veleno termolabile, si può consigliare di scaldare e applicare acqua salata a 50 gradi. Col dottor Genovesi alcuni anni fa facemmo uno studio.

Con un’adeguata informazione avremmo potuto evitare un buon 50% di ricorsi al pronto soccorso che, tra l’altro, costano 250 euro a paziente».

Se i bagnini confermano gli avvistamenti di meduse («ma non siamo all’invasione», ci spiega un assistente di Marina), gli esperti riconducono la presenza di questi animali planctonici a fenomeni casuali.

«La presenza di meduse nel nostro mare – spiega Fabrizio Serena, biologo dell’Arpat di Livorno – è casuale.

Si può dire che le migrazioni sono legate ad una serie di variabili: dalle condizioni climatiche alla presenza di nutrienti. Come Arpat siamo impegnati a rispondere alla direttiva comunitaria 56/2008 che ha permesso di intraprendere un percorso innovativo per un approccio ecosistemico».

Arpat oggi segnala gli avvistamenti all’equipe del professor Boero (Ciesm).

«Incrociando i dati sulle risorse marine, lo stato ambientale e la biodiversità si potrà capire molto anche del fenomeno meduse», chiude Serena. A.R.

6 luglio 2011 fonte : http://iltirreno.gelocal.it/cecina/cronaca/2011/07/06/news/in-ospedale-per-le-meduse-4566965

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