CARRARA. Potrebbero vedere il loro nome e cognome iscritto sul registro degli indagati per omicidio colposo i bagnini che avevano il compito di sorvegliare il tratto di mare, fra gli stabilimenti Florida e Lydia. Proprio là dove lunedì pomeriggio è morto annegato, dopo essere scomaprso nell’acqua a una decina di metri da riva, il tredicenne senegalese Aliou Mbengue. Al momento, assicura il procuratore capo Aldo Giubilaro, non ci sono indagati. Perchè la vicenda è ancora tutta da ricostruire e quindi- spiega il magistrato – è impossibile formulare alcuna ipotesi di reato. Prima bisogna sapere con certezza cosa è accaduto poco dopo le quattro e mezzo, in quel mare, piatto, davanti al Florida. Ed è proprio di questo che si sta occupando la Capitaneria di porto: già da ieri sono sfilati i testimoni. Chiunque fosse presente in spiaggia, e identificato, o avesse preso parte ai soccorsi è stato sentito con attenzione. Nessun dettaglio è stato trascurato. Adesso il nodo da sciogliere è quello dei tempi dei soccorsi: sono davvero stati immediati, come affermano alcuni degli operatori della sorveglianza, o è stato fatto passare troppo tempo, non prendendo sul serio l’allarme lanciato dal ragazzino che stava facendo il bagno con Aliou prima della tragedia e lko ha visto scomparire in acqua nel giro di pochi istanti? Le indagini. Dalla Capitaneria il messaggio è chiaro. «Sono in corso indagini e verifiche per ricostruire le dinamiche dell’evento. E accertare eventuali responsabilità»: si limita a dichiarara il capitano di fregata Battaglini. Un resoconto di quanto accaduto fra le 16 e 30 e le 18 di lunbedì pomeriggio. E, soprattutto, quanto tempo è trascorso fra l’allarme e l’arrivo dei soccorsi. La Procura aspetta il rapporto della Capitaneria. «Prima di poter stabilire un’eventuale ipotesi di reato bisogna capire cosa è successo. Se è stato cercato aiuto, da chi e quali siano stati i tempi». È questa la dichiarazione del procuratore capo Aldo Giubilaro che, assicura, ad oggi non c’è nessuno iscritto sul registro degli indagati. Ma per i bagnini, in quanto addetti al salvamento in spiagge private, potrebbe profilarsi l’ipotesi di omcidio colposo qualora venisse accertato che i soccorsi si sono mossi in ritardo. A.V.
29 giugno 2011

fonte:http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2011/06/29/news/inchiesta-sui-soccorsi-tardivi-4527503

«Noi abbiamo fatto tutto il possibile»

MARINA DI CARRARA. «Noi abbiamo fatto del nostro meglio: eravamo in otto in mare, alcuni senza maglietta perchè avevano già smontato dal turno». Cerca di fare chiarezza, anche se non ha voglia di parlare e di finire sui giornali uno dei bagnini che lunedì pomeriggio ha preso parte ai soccorsi di Aliou. «Oggi tutti puntano il dito, ma c’è gente, come me, che da dodici anni lavora sul mare e non se la sente di passare dalla parte di chi ha fatto morire un bambino. Non abbiamo perso tempo – continua – Il ragazzino che ha dato l’allarme era in panico: ha detto che l’amico è andato sotto e non l’ha più visto. Era sparito». «Noi abbiamo fatto il possibile, se qualcuno ha visto tutto prima di noi poteva intervenire prima»: conclude con amarezza il bagnino. Ma intanto ieri, in spiaggia, per gli operatori in canottiera rossa non è stata una giornata facile. La tensione, il dolore per la morte del piccolo Aliou è ancora tangibile. E stare su quello scranno, sotto gli occhi scruratori dei bagnanti, no, non è stato facile.

fonte: http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/2011/06/29/news/noi-abbiamo-fatto-tutto-il-possibile-4527504

One Comment

  1. Ragazzi avete tutta la mia solidarietà…la gente non si rende bene conto come il nostro lavoro sia pericolo e difficile da svolgere in mezzo a tanti bagnanti che sbracciano e giocano…ragazzi sono con voi…

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