Parte Prima – Assistenti Bagnanti e l’Emergenza Anafilattica

 

La gestione dell’emergenza relativa ad una possibile crisi anafilattica a carico di una figura come l’Assistente Bagnante può essere compromessa, oltre che dalle negligenze dei natanti, da piccole “patologie croniche” di cui sono affetti.

Lo shock anafilattico, per esempio, costituisce la più grave espressione clinica di una reazione allergica ed è caratterizzato essenzialmente da ipotensione e difficoltà respiratoria.

Gli agenti più comuni in grado di scatenare una reazione allergica sono alcuni tipi di cibo, farmaci, sostanze inoculate tramite punture o morsi di insetti (in questo caso vero e proprio veleno per l’organismo che viene colpito) e alcune sostanze come ad esempio il lattice.

In letteratura vengono anche riportati casi, sopratutto nel periodo invernale e in ambienti dove il riciclo dell’aria non è sufficiente, di crisi causate dalla formazione delle “clorammine”, che possono causare bronco costrizioni e infiammazioni acute delle alte vie aeree.

Giusto per capire di cosa parliamo, una reazione allergica è definita come una risposta inappropriata e spesso dannosa del sistema immunitario a una sostanza che è normalmente innocua […] chiamata allergene, con una eccessiva produzione di anticorpi specifici, che diventano responsabili della comparsa di fenomeni patologici ogni qual volta la stessa sostanza ripenetra nell’organismo.

Con il termine allergia (sinonimo di atopia, fuori posto in greco), viene indicata la capacità di alcuni individui a sviluppare con facilità manifestazioni di ipersensibilità, mentre il termine anafilassi viene utilizzato correntemente per identificarne le manifestazioni sistemiche di maggiore gravità […] caratterizzate dalla brusca insorgenza di un grave collasso cardiocircolatorio per vasodilatazione e di una marcata dispnea per edema della laringe e broncospasmo, causando shock anafilattico e asfissia.

È importante capire che la comparsa e la successiva evoluzione del quadro clinico del paziente può variare sia per fattori legati all’agente scatenante, come ad esempio quantità dell’allergene che è entrata nell’organismo, sia per fattori individuali dovuti alla predisposizione genetica o allo stato di salute.A seconda di questi fattori il paziente che ci troveremo davanti avrà un quadro che spazia dalla sensazione di dolore locale dovuta alla puntura con eventuale agitazione fino agli stati più avanzati di shock con alterazioni della coscienza, disturbi respiratori ed emodinamici (svenimenti).

Tornando alle punture d’insetti non sono nulla di straordinario nelle stagioni calde e solitamente guariscono senza alcun problema.

Ci sono però persone che reagiscono con un’allergia e una manifestazione cutanea per poi evolversi in un vero e proprio shock anafilattico.

Dove sono state punte si manifestano a volte gravi reazioni locali, altre volte invece si scatenano reazioni generalizzate del corpo così gravi da mettere a repentaglio la vita.

Solitamente, sono le punture delle api domestiche, delle vespe, dei calabroni e dei bombi a scatenare reazioni allergiche e circa il 3 – 4 per cento della popolazione soffre di allergia al veleno d’insetti.

Considerato che le api sopravvivono alla stagione fredda, possono pungere anche nelle giornate invernali soleggiate e temperate.

Dopo la puntura, solitamente il pungiglione resta nella pelle abbinato ad un sacchettino che continua a pulsare e pompare veleno all’interno.

La maggior parte delle punture di vespe ha luogo in piena estate e in autunno. Questi insetti praticamente non hanno peli e si riconoscono per il loro caratteristico colore giallo­nero.

Le punture di bombi sono rare e avvengono sopratutto nelle serre in cui le piante vengono fecondate con questi insetti.

I calabroni sono meno aggressivi delle vespe. Si corre il pericolo di essere punti soprattutto in prossimità dei loro nidi.

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Come già detto, l’anafilassi riconosciuta può mettere in pericolo la vita ed è quindi importante una valutazione immediata del paziente per determinare:

• stato di coscenza

• la pervietà delle vie respiratorie

• la pressione arteriosa

• Il colorito delle mucose

Tra le priorità del nostro intervento trova posto fondamentale la chiamata d’emergenza, che deve essere fatta in modo preciso e riportando tutte le informazioni acquisite durante la fase di valutazione.

Il trattamento di emergenza nelle situazioni in cui vi è pericolo per la vita stessa del paziente è rappresentato dalla somministrazione di “adrenalina” accompagnata dalla messa in atto degli altri provvedimenti di supporto cardiocircolatorio, svolti da un soccorso avanzato (somministrazione di farmaci quali broncodilatatori e infusione di liquidi per via endovenosa a supporto del sistema cardiocircolatorio).

Questo per sottolineare ulteriormente l’importanza della chiamata d’emergenza per l’attivazione dei mezzi di soccorso e di una adeguata valutazione per stabilire la gravità della situazione.

Per quanto riguarda la valutazione iniziale è opportuno fare una netta distinzione tra sintomi locali, che si manifestano in ugual misura in tutti i soggetti colpiti e sintomi allergici, che si manifestano solo nelle persone che hanno sviluppato una particolare sensibilità al veleno iniettato.

L’intensità delle reazioni allergiche diventa sempre più intensa ogni volta che si incorre in una nuova puntura.

I sintomi locali si manifestano in tutti i soggetti e la loro intensità è proporzionale al numero di punture subite. Nei casi limitati a una o poche punture la reazione è solamente locale, caratterizzata da sintomi generalmente lievi quali:

• prurito ;

• gonfiore;

• dolore bruciante.

Nei rari casi in cui il soggetto viene colpito contemporaneamente da molte punture (parecchie decine), possono manifestarsi sintomi anche gravi indicativi di una reazione tossica, che coinvolge tutto l’organismo, o, nei casi estremi (oltre le 100 punture), portare alla morte.

Se il sito della puntura si trova su uno degli arti, il gonfiore può estendersi a tutto il braccio o a tutta la gamba ed essere accompagnato da gonfiore delle ghiandole linfatiche o febbre.

Non è necessario procedere a un trattamento antibiotico, dato che l’effetto antibatterico del veleno previene un’eventuale infezione. Quando si sviluppano gonfiori grotteschi che perdurano per più giorni e che possono essere molto dolorosi, i pazienti spesso si preoccupano.

Più pericolosa, persino letale, può essere una reazione locale a una puntura in bocca o in gola in quanto il gonfiore causato dal veleno può causare ostruzione delle vie aeree.

I sintomi allergici, che si manifestano come già detto in persone predisposte, coinvolgono l’intero organismo indipendentemente dal sito e dal numero di punture/morsi e possono causare shock anafilattico. Questi sintomi comprendono:

alterazione cognitive;
difficoltà respiratorie;
marcato abbassamento della pressione arteriosa;
prurito e orticaria generalizzati.
I sintomi dello shock anafilattico compaiono nei minuti successivi alle punture e si affiancano alla reazione locale descritta prima.

Si tratta di un evento particolarmente pericoloso: ogni anno in Italia diverse persone muoiono in conseguenza dello shock anafilattico causato dalle punture di insetti (per confronto si pensi che il temutissimo morso di vipera non è quasi mai mortale).
Proprio per il fatto di essere indipendente dalla quantità di veleno iniettato, può succedere che anche una sola puntura scateni uno shock anafilattico che porta a morte in pochi istanti.

Alex Stecchezzini (RESCUE)

Noi approffondiremo:

1) puntura di insetto

2) allergia al cloro (clorammine)

Tratteremo:
2)Farmaci per le emergenze sempre a portata di mano

3) Valutazione e trattamento del paziente con crisi allergica o shock anafilattico
4) Gravidanza e Allergia

 

Alex Stecchezzini (RESCUE)

Products Specialist Emergency Technician

Alberto Bagni

Infermiere presso P.A. Croce Blu Soliera – Mo

www.alexstecchezzini.it – emtformazione@gmail.com

…seguici in:  http://www.alexstecchezzini.it/assistenti-bagnanti-anafilattica/

 

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