Sì ai contratti a chiamata anche per i bagnini Il Ministero dà il via libera

Il Ministero dà il via libera: ne possono beneficiare i giovani sotto i 24 anni L’impiego deve essere comunicato prima, pena multe fino a 12mila euro

VIAREGGIO. Via libera ai contratti a chiamata per i bagnini. Il ministero del Lavoro, rispondendo alle richieste di varie cooperative, dà il suo ok sul lavoro intermittente per il personale degli stabilimenti balneari. Una possibilità che era stata “cassata” dalla riforma del ministro Elsa Fornero, in vigore dal luglio 2012.

Assunzioni più facili? Questo significa che – in vista della stagione estiva – i bagni potranno gestire i loro organici in maniera più elastica rispetto a quanto ci si aspettava. Molti concessionari, infatti, temendo una stagione flop, avevano ridotto o stavano per ridurre il personale. Con questo tipo di contratto, invece, si potranno assumere bagnini – purché abbiano meno di 24 anni – anche solo per qualche giorno, per gestire i fine settimana o i periodi più affollati di luglio e agosto. Questo non vuol dire, ovviamente, che gli stabilimenti possano abusarne: durante la stagione è obbligatorio garantire una presenza minima e regolarizzata (anche contrattualmente) di personale addetto al salvataggio. C’è da dire, comunque, che i bagni hanno sempre avuto uno zoccolo duro di personale assunto per 5 mesi.

Il parere del ministero. Il via libera da Roma è quello che tecnicamente si definisce un “interpello”. Lo firma, il 27 marzo scorso, il direttore generale del ministero del Lavoro, in risposta alle richieste di Agci, Confcooperative e Legacoop. In questo intervento il ministero assimila il personale degli stabilimenti balneari sul mare a quello degli stabilimenti… d’acqua dolce. Si cita, infatti, un Regio Decreto del 1923, in cui vengono elencate le attività che, per il loro carattere di discontinuità, possono usare il contratto di lavoro intermittente. E che secondo la riforma Fornero possono continuare ad applicare il contratto a chiamata. In questo ambito rientrano gli stabilimenti di bagni e acque minerali. «Analizzando lo svolgimento dell’attività di entrambe le categorie – si legge nel parere del ministero – appare evidente che le funzioni svolte dal personale degli stabilimenti di bagni e acque minerali e dagli assistenti bagnanti degli stabilimenti balneari sono identiche». Di conseguenza, la riforma Fornero – che limita l’utilizzo del contratto intermittente – non può essere applicata.

Come funziona il contratto. Il lavoro a chiamata, come detto, è stato riveduto e corretto dal ministro Fornero. L’idea era di combattere l’abuso che ne viene fatto in troppe attività commerciali – negozi, bar, ristoranti – che mascherano sotto questa veste turni e orari da lavori forzati. Con la riforma del luglio 2012, infatti, è stato eliminato l’uso del lavoro a chiamata durante periodi predeterminati come fine settimana e ferie estive. Inoltre, si è ridotta la fascia di età su cui è possibile applicarlo: non più fino a 26 anni, ma solo fino a 24. Resta valido, invece, il limite dai 55 anni in su. Un altro aspetto importante è che – una volta firmato il contratto – chi vuole impiegare il personale a chiamata deve avvertire in anticipo la Direzione provinciale del lavoro. Prima, infatti, si poteva aspettare fino a 5 giorni successivi: prendendo a esempio il bagnino che lavora nel fine settimana, si poteva aspettare fino al venerdì dopo. Ora, invece, va comunicato prima. Attenzione: chi trasgredisce viene equiparato a chi impiega lavoratori in nero. E quindi rischia multe da 3 a 12mila euro in caso di controlli dell’Ispettorato.

fonte: http://iltirreno.gelocal.it

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