Annegamenti in Veneto



Anche a detta degli esperti del soccorso, fiumi e laghi sono più pericolosi del mare per quanto riguarda i rischi della balneazione. E questo al di là del destino, della situazione imprevedibile e di possibili patologie che la persona non conosce di se stessa.

Sulle due tragedie nei fiumi friulani ecco i pareri del dottor Elio Carchietti, direttore del 118 servizio di emergenza regionale, e di Marco Carlini, fiduciario provinciale della sezione Salvamento della Federnuoto.

«Bisogna fare attenzione a due aspetti – spiega Carchietti –: se escludiamo eventuali patologie di cui uno è portatore e non lo sa. Un incidente del genere può essere attribuito al tipo di bagno che una persona fa solo per due motivi. Il primo è riconducibile all’acqua del fiume, alle correnti fredde: due parole (correnti e fredde) che insieme fanno esaurire rapidamente la forza fisica, specie a chi non è preparato dal punto di vista natatorio. Altro aspetto: la corrente spinge senza dare pause, portando all’annegamento. La seconda causa è chiamata idrocuzione: si tratta della sincope determinata dall’improvvisa variazione della temperatura corporea, in senso negativo verso il freddo. Questo più facilmente si verifica se la persona si è scaldata al sole o ha svolto attività fisica come corsa, calcetto, beach volley eccetera»

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