Il responso dell’autopsia: il ventenne è deceduto per annegamento

Morte in piscina, indagato un pistoiese

PISTOIA. Il decesso di Rocco Perna, 20 anni, il ragazzo deceduto domenica pomeriggio all’ospedale Campo di Marte a Lucca dopo un malore accusato in piscina, è compatibile con l’annegamento e sono escludere particolari problemi di natura congenita.

È quanto emerge dai riscontri diagnostici effettuati dal medico legale Alessandro Bassi Luciani che ieri pomeriggio ha effettuato l’autopsia all’obitorio.

Sono stati eseguiti anche i prelievi necessari a completare le indagini istologiche.

Prelievi necessari per capire se l’annegamento sia stato causato da un malore improvviso, da una congestione o da un lungo periodo in cui il ragazzo, che non sapeva nuotare, è rimasto sott’acqua senza ricevere aiuto.

L’esame autoptico è stato eseguito alla presenza dei consulenti di parte e dei legali dei due bagnini indagati – un lucchese di 47 anni e un pistoiese di 20 – con l’accusa di omesso controllo nell’omicidio colposo dell’operatore ecologico.

L’esperto bagnino lucchese – assistito dagli avvocati Cristian Bigotti e Andrea Da Prato e dall’anatomopatologo Ilaria Marradi – sostiene di aver fatto tutto quanto era nella sue possibilità per salvare la vita al ragazzo.

Tra l’altro sembra che dai primi accertamenti emerga che ad arrivare per primo vicino a Rocco sia stato il bagnino più giovane, quello che abita a Pistoia.

Ma in questa tragedia – al di là degli aspetti medico legali – c’è ancora da chiarire bene la dinamica di quanto è accaduto in piscina dal momento in cui è stato soccorso Rocco.

ll sostituto procuratore Enrico Corucci ha ricevuto il primo rapporto del maresciallo di Lammari, Antonio Basta, che sia domenica che ieri pomeriggio ha sentito a sommarie informazioni alcune persone che si trovavano a bordo vasca al momento della tragedia.

Tanti gli aspetti da chiarire legati in modo particolare alla vigilanza e alla sicurezza.

Secondo gli inquirenti occorre stabilire con certezza il periodo di tempo in cui è rimasto sott’acqua il dipendente della cooperativa che si occupa del servizio di raccolta rifiuti del comune di Villa Basilica.

Poi le modalità del soccorso prestato.

Perchè, stando alla testimonianza di un camionista di 38 anni che si trovava nella piscina dell’Hotel Country, sarebbero stato lui ad effettuare la respirazione artificiale al ragazzo sistemato a bordo vasca e a sottoporlo, prima dell’arrivo dell’ambulanza del 118, a tentativi di rianimazione.

«Era cianotico – ha detto il teste, pistoiese, soccorritore dal 1992 – e non dava segni di vita.

Aveva mani e piedi violaceii.

Poichè gli usciva il cibo dalla bocca ho chiesto il pallone ambu (strumento necessario per evitare problemi d’igiene e profilassi e che l’Asl dovrebbe richiedere obbligatoriamente a piscine di una certa dimensione, ndr), ma ne avevano soltanto uno pediatrico.

Così mi sono dovuto arrangiare con il metodo bocca a bocca nel disperato tentativo di salvare un ragazzo.

Ho chiesto anche un defibrillatore, ma non ho ricevuto risposta».

28 luglio 2010

Fonte: http://iltirreno.gelocal.it

One Comment

  1. Io penso che gli assistenti bagnanti spesso non sono ben visti dai bagnianti , per il semplice motivo, che e’ colui che cerca di fare rispettare le regole : mettetevi la cuffia ,non fare tuffi , non correre nel bordo vasca , non fare apnea . Questi richiami per alcuni sono ignorante mente iterpetrati come offensivi . Da esperinza personale al momento in cui succede qualcosa, queste persone sono quelle che per prime ti puntano il dito contro , come se non aspettassero altro .
    Ai miei colleghi in questione , voglio dire tenete duro !! io non voglio credere a quello che dice un camionista ,che sa parlare di pallone ambu , o di defribillatore (di cui questultimo non obligatorio, e in ogni caso utilizzabile con cognizione di causa ) .
    IN BOCCA AL LUPO RAGAZZI SICURI CHE VOI AVETE FATTO IL VOSTRO DOVERE !!! CHE LA FORZA SIA CON VOI !!!!
    UN COLLEGA.

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