Tutto cominciò nel 1823, la Versilia dei bagni difende la sua storia



VIAREGGIO.

I bagni in Versilia hanno quasi due secoli.

Chi pensa che il turismo balneare nasca con «Stessa spiaggia, stesso mare» (tormentone del 1963, cantava Piero Focaccia, ex bagnino di Riccione) è servito.

Il primo stabilimento apre a Viareggio nel 1823.

Si chiamava Dori ed era riservato a signore e religiose.

Quel bagno esiste ancora oggi.

Per la storia il primo stabilimento promiscuo (uomini e donne) nasce nel 1864 e si chiama Nettuno.

Sempre a Viareggio.

La data è importante.

Il primo sviluppo immobiliare e balneare della città avviene con lo spostamento della capitale del Regno a Firenze.

Il turismo balneare nasce in Versilia come cura, poi diventa – sulla scia della moda francese – solo divertimento, plaisir.  Del resto la spiaggia di Viareggio aveva già visto una signora francese, Paolina Bonaparte Borghese, folle d’amore per lo squattrinatissimo e giovane musicista Pacini.

Ma i momenti storici, i picchi di successo, della Versilia balneare sono due: gli anni Trenta e i Sessanta.

Prima della guerra a Viareggio arriva Galeazzo Ciano e fascistizza la città.

A Forte dei Marmi arrivano i rampolli della Fiat e decidono invece che la Versilia storica sia una zona franca dal regime.

Gli anni di Forte dei Marmi li racconterà Susanna Agnelli nel celebre “Vestivamo alla Marinara”.

Gli anni di Viareggio sono quelli del premio letterario, che nasce – guarda caso – sotto un ombrellone del Principe.  Forte è mondana, Viareggio è mondana e culturale.

Il mare – ca va sans dire – è un optional, frequentato da tate e bambine.

I grandi fanno altre cose: amoreggiano, filosofeggiano, fanno affari.

Totò viene a Viareggio, Thomas Mann va a Forte.

Il figlio di Peppino De Filippo ricorda quando il padre comprò una villa al Marco Polo.

«Ma teneva la sua amante all’hotel Principe di Piemonte e quando a incontrava in Passeggiata faceva finta di niente. Ma noi figli sapevamo tutto».

Negli anni Trenta il numero degli stabilimenti balneari cresce.

Il regime dispensa concessioni demaniali ad eroi di guerra o vedove.

I nomi dicono molto, se non tutto: c’è il bagno De Pinedo (eroe dell’aviazione) e il bagno Piave.

Il Derna (città della Libia) ed il Vittorio Veneto.

C’è ancora molta spiaggia libera e avere un bagno non sempre bastava per campare la famiglia tutto l’anno.

Tutto cambia con il dopoguerra ed il boom economico.

Vittorio Valletta fa il bagno in costume adamitico a Focette (dove morirà nel 1967).

Perché c’erano i bagni ma la spiaggia era ancora un luogo selvaggio.

Igor Mitoraj, grande scultore polacco con casa a Pietrasanta, racconta quando appena arrivato in Versilia faceva il bagno la notte.

Oggi non è più possibile, con tutti quei divieti e la spiaggia chiusa dai cancelli».

Negli anni Sessanta si stava in vacanza almeno un mese.

In quei 30 giorni sul mare si faceva tutto: la festa del bagno, l’elezione della miss (quasi sempre di Empoli, chissà perché), la spaghettata con le arselle rastrellate dal bagnino.

E poi c’era il torneo di calcio dei bagni.

Un evento.

Dove giocavano anche i campioni dell’epoca, da Burgnich a Bonimba.

Mina cantava «lo stupore della notte spalancata su noi», parole di Maurizio Costanzo, musica di Ennio Moricone.

E la Versilia contendeva all’Adriatico la paternità della Rotonda sul Mare di Fred Bongusto.

Il bagnino, allora, era bello e seducente.

Aveva meno pretese sindacali e più voglia di viversi l’estate.

Il patron dei bagni italiani era viaregginissimo.

Si chiamava Oreste Giannesi, era il patron del Nettuno ma per tutti era il Federale.

I bagni, siamo nei primi anni Ottanta, iniziano la loro espansione.

Al posto delle cabine aprono i bar e poi i ristoranti.

Enzo Brocchini patron del Patriarca di Viareggio, tuonava contro i bagni che «tenevano i clienti in ostaggio con uno spaghetto».

Una polemica forte ancora oggi.

Cresce il valore dei bagni, che si vendono ormai nell’ordine dei miliardi di vecchie lire.

Ed ulteriore prestigio arriva dal «velinismo» che sbarca a Forte dei Marmi.

Pioniere è Paolo Brosio ante-Medjugore che apre il «ciringuito» al bagno Annetta.

A parte che è tutto abusivo con successivo processo, è soltanto l’antipasto dello stabilimento balneare che rivoluzionerà la Versilia.

Fonte: http://iltirreno.gelocal.it

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