Un viaggio in Scozia ci ha fatto capire quanto siano diversi i nostri standard da quelli britannici.

Partiamo dall’inizio:

Qualche mese fa, durante la campagna promozionale delle nostre maglie  “Lifeguard  Italia”,  arriva l’e-mail  di Marco.

Marco è Italo-Scozzese  con il brevetto della Royal Life Saving Society (RLSS) l’associazione di Salvamento del Regno Unito. ( www.lifesavers.org.uk )

La nostra curiosità è tanta: un italiano che lavora al di là della Manica come Lifeguard.

Come funzionano le cose lì? Saranno simili all’Italia?

Da lì sono iniziate un’infinità di e-mail, piene di domande e risposte, per poter scambiare idee , opinioni ed esperienze !

Che spettacolo!!!

Un’ occasione  che non potevamo perdere!!!

La cosa ancor più interessante è che Marco non è un semplice Lifeguard ma un istruttore della Royal Life Saving Society UK.

Il nostro rapporto epistolare diventa una vera e propria amicizia, Marco spesso interviene nelle nostre discussioni su www.lifeguarditalia.net .

Ma la nostra fame di conoscenza e la raggiunta complicità ci spingono a prendere l’aereo e raggiungerlo in Scozia.

Arrivati ad Edimburgo, lui era già li ad aspettarci.

A Dundee  (cittadina scozzese di circa 170.000 abitanti compreso interland) dove lui vive e lavora, ci sono oltre 45 impianti notatori.

Ogni scuola, ogni quartiere e ogni hotel ha la propria piscina con relativi lifeguard qualificati: già questa a noi sembra una cosa impossibile.

Il nuoto è uno sport molto in voga in quei posti.

Per noi mediterranei l’acqua del mare del Nord (Oceano Atlantico) è fredda anche d’estate.

Marco ci spiega che fare il Lifeguard in piscina ( Pool) è un lavoro che dura tutto l’anno a differenza di quello di spiaggia ( Beach ).

Le due carriere in genere sono molto diverse e difficilmente un Lifeguard ha entrambi i titoli, mentre da noi un bagnino mare può senza problemi lavorare in piscina e in mare contemporaneamente con lo stesso brevetto.

            RLSS Beach Lifeguards

Ci spiega anche che i brevetti sono molto specifici e differenti:

Nel Pool ci si concentra sulle attrezzature specifiche e i rischi della piscina,  mentre nel Beach si lavora su tutto quello che riguarda i rischi e le attrezzature usate nell’oceano ben diverso dal nostro mar mediterraneo.

Domenica si và in un acquapark coperto dove ci mostrano come sono organizzati i vari lifeguard:

 

Il capo è il Senior Lifeguard che gestisce ed è responsabile (anche penalmente) di tutti i suoi Lifeguard.

Questi devono stare nelle loro postazioni da cui vigilano il loro settore,  da li si possono allontanare solo quando hanno il cambio.

Il cambio avviene ogni 20 minuti in modo da poter tenere al massimo la concentrazione .

Tutti devono essere in contatto radio fra loro e con il Senior Lifeguard.

Nella piscina devono essere presenti un numero elevato di ausili per il soccorso a partire dai baywatch (rescue kan), i torpedo (rescue tube), le corde da lancio (trow bags), il defibrillatore , dei particolari bastoni telescopici,  la tavola spinale (spinal board) ecc ecc.

Quello che ci ha sorpreso di più è stato vedere quanti Assistenti Bagnati fossero impiegati in quella struttura, erano almeno 12, in Italia un centro gemello a questo ha un massimo di 3 bagnini che magari fanno anche i baristi.

Il Senior Lifeguard deve controllare e mantenere in efficienza tutti i dispositivi di salvataggio, controlla e redige il registro degli aggiornamenti obbligatori per i suoi Lifeguard (20 ore all’anno fra allenamento e aggiornamento) ed è responsabile delle loro azioni.

In base ai Lifeguard presenti è ammesso  in vasca un certo numero di persone, i bambini in acqua devono essere accompagnati da un adulto e se l’impianto non è in sicurezza il Lifeguard lo chiude.

Tutto questo rigore a noi Italiani sembra impossibile, eppure se le cose non funzionano come devono e succede l’incidente il bagnino e il capo bagnino vanno in galera.

La RLSS organizza i corsi per i Lifeguard solo nel caso in cui nel territorio ce ne sia bisogno, allo stesso modo se uno di loro si vuole spostare e andare a cercare lavoro in un altro posto o anche in altro stato, ha bisogno di un foglio di referenze del suo manager e del suo libretto personale con gli aggiornamenti certificati.

Al Dundee College dove lavora il nostro amico ci è stato possibile conoscere altri Lifeguard, di cui Marco è manager e istruttore, abbiamo conosciuto una ragazza che è stata a lavorare in America con il suo brevetto RLSS senza dover fare nessuna conversioni.

In fine, come ciliegina sulla torta, ci è stato detto che per rinnovare il brevetto ogni 2 anni, il Lifeguard deve rifare completamente l’esame.

Che dire ……?! “Vorremmo essere un po’ più britannici o italiani in Gran Bretagna!?!”

Loro non sono  supereroi,  sono però tutti allenati e aggiornati costantemente, in modo da diventare dei seri professionisti del soccorso in acqua.

Dedichiamo questo articolo  to our friend Marco and his family.

Grazie per esservi fidati di noi, di averci permesso di entrare a far parte della vostra famiglia.

Grazie ancheper questa splendida avventura.

Alcune immagini del viaggio:

Salvagente                                                             Cartellonistica                                                               Rescue tube e Pulsante d’allarme

 

Manichino d’allenamento        Corda da lancio e bastoni telescopici               altro pulsante d’allarme

 

Particolare bastone con gancio per recupero.

 

Cassetta Pronto Soccorso

 

Alcuni commenti di facebook:

 

Altri articoli di interesse vicino all’argomento:

http://www.lifeguarditalia.net/i-l-s-facciamo-chiarezza-sul-brevetto-internazionale/

http://www.lifeguarditalia.net/vorremmo-essere-lifeguard-piu-europei/

http://www.lifeguarditalia.net/fare-il-bagnino-in-california-un-lavoro-doro/

12 Comments

  1. Cari amici di Lifeguard Italia,grazie per l’articolo,e’ stata una belissima esperianza anche per noi.
    Speriamo di rivederci presto e come detto in passato mi fa molto piacere collabolare con voi,se prima avevo il sospetto adesso ho la certezza che i gestori di questa pagina sono persone serie ed innamorate del proprio lavoro e tutto quello che riguarda il nostro ambiente.Forse adesso qualcuno puo’ capire perche’ in passato sono stato duro e molto critico sul modo di fare in puro stile italiano e poco conforme allo standard degli altri paesi.Sono fermamente convindo che le varie federazioni italiane si devono sedere ad un tavolo ed iniziare a dialogare e cercare di creare un brevetto serio e formare dei veri professionisti del settore.Smettere di fare un corso dietro l’altro e sfornare degli smidollati che alla prima onda scappano.
    Se avete migliaia di “qualificati” per pochissimi posti di lavoro continuerete ad essere sfruttati e presi in giro e sottopagati.
    Se qualcuno di voi ha delle cose da chiedere o informazioni varie sono a vostra completa disposizione.
    Con la speranza di vedere un mare piu’ sicuro vi auguro buon lavoro.
    p.s. adesso devo andare in piscina a settembre il mio brevetto scade,non sono piu’ un giovanotto e ho una famiglia da mantenere.
    Marco

  2. Buongiorno Sign. Marco,volevo chiederle un commento a riguardo della RESCUE BOARD,cosa ne pensa come mezzo di salvataggio. Grazie

  3. Ciao Damir??
    Prima di risponderti voglio dirti che sono Marco e datemi del tu.
    La rescue board fa parte degli aid (aiuti)in dotazione a buona parte di tutti i lifeguards che lavorano in mare in particolare in America,Australia,Nuova Zelanda,Hawaii.
    E’ veloce,buona acquaticita’,versatile,economica,facile da storage(deposito-magazzino),facile manutenzione…un buona lavata sotto una doccia per togliere la salsadine,basta periodicamente cambiare gli appoggi.
    Pensa ad un bagnino italiano magari brevettato qualche anno fa che esce in pieno oceano con un pattino….sto scherzando…forse.
    O pensa ad un bagnino con i suoi “lardominali”da birra peroni…pancia in giu’ su una rescue board??
    A parte gli scherzi,
    Credo che la nostra vocazione sia salvare vite umane quindi ogni aiuto,miglioramento o consiglio e’ benvenuto.
    Per me qualsiasi cosa in dotazione va bene,prova a pensare ad un throw bag rescue,su tutti i pattini delle coste italiane,con circa 20 euro avresti un aiuto molto piu’ efficace di una sagola, una corda o lazo alla Buffalo Bill.
    A presto

  4. Grandi! Spero vivamente di poter presto condividere la mia esperienza di lavoro dell’altra metà della medaglia, ovvero il lavoro in oceano. Per scaramanzia non dico nulla, comunque sono sempre d’accordo nel rendere serie le cose e nel mio piccolo sto cercando di farlo. L’unico punto che secondo me allo stato attuale è pura utopia è il dialogo. FINchè ci saranno prese di posizione che vietano l’operato o escludono qualcuno non ci può essere dialogo, ci sarà solo malcontento.
    Anche io sono innamorato di questa professione, ma il vero problema mio caro Marco è che, mentre se tu ti impegni, ti alleni e sei aggiornato, lavori, qui in Italia se lo fai non cambia nulla, si resta tutti bagnini allo stesso livello. Ti dirò di più, se dici alle persone che fai retraining semestrali e ogni due anni rivaluti la persona, ANATEMA! Le persone si sentono accusate e non lo accettano. Che dire.. spero che prima o poi riusciremo a cambiare le cose in meglio per non essere da meno di altre realtà.

  5. Leggere un articolo del genere ti fa vergognare di essere un lifeguard italiano…
    E ti fa ammirare sempre di più i paesi che dimostrano coi fatti che si puo’ svolgere questa professione in modo serio e riconosciuto.
    Grazie a Marco e a Lifeguard Italia per questi interessanti spunti di riflessione.
    Complimenti…

  6. Salve ragazzi, credo che l’italia abbia dei problemi sulla sicurezza e sul lavoro e non è un problema del “lavoro bagnino” ma di tutti i tipi di lavoro dal panettiere al muratore…
    Se continuiamo a credere che la sicurezza sia meno importante dei soldi che risparmiamo allora saremo sempre punto e a capo, se poi pensiamo che i controlli e le multe sono più ridicoli dell’avere dei buoni standard di sicurezza allora siamo sempre più punto e a capo…
    Se non cambiamo gli orizzonti lavorativi, di tutti i tipi di lavoro, allora non cambierà mai nulla.

    P.s. Marco io tra un paio di mesi torno in inghilterra per lavoro e per provare a rifare una vita dignitosa, vorrei chiederti dei consigli sul fare il lifeguard anzichè continuare a fare il cameriere a vita!!!
    Chiaramente ho un brevetto Fin valido per Acque Interne, mare e Piscine (MIP)cosa devo fare per trovare lavoro in inghilterra??

    Grazie a tutti
    Vinny

  7. Ciao Vinny
    Credo che con il tuo brevetto ci fai ben poco,come gia’ detto i brevetti sono specifici o per mare o per piscina e hanno una scadenza.In particolare se hai preso il brevetto prima del gennaio 2011,e non hai niente che prova che ti sei aggiornato. Da queste parti in caso di incidente sono casini in Italia non so.
    Infatti l’ultimo aggiornamento del bls tramite british red cross(croce rossa Britannica)risale al gennaio 2011 e dove tutti si sono dovuti aggiornare in tempo reale.
    A proposito dove vai?hai visto mai che conosco qualcuno che ti puo’ aiutare.
    Io ti consiglio se vai in un grosso certro di andare in qualche training center,ti accorgerai che ci sono tante cose da imparare,soprattutto se non hai mai visto una spinal board o un defibrillatore. Ma queste sono cose che a distanza non posso spiegarti.
    I lifeguard rlss nel mondo si considerano e forse lo sono:come un corpo(es. marines,fire brigade,police etc..),quindi e’ un modo per conoscere gente come te,spesso escono insieme e organizzano di tutto,avranno magari un pub dove si riuniscono etc.
    Se ti serve altro fammi sapere.
    Ps. Se vuoi farti un brevetto da 0 in Scozia, ho intenzione di organizzare un corso rivolto ad Italiani ad Aprile.

  8. ciao se siete interessati si puo’ pensare ad un corso rlss da tenersi dalle mie parti in ligua italiana.. veramente possiamo concretizzare qualcosa insieme..faro’ l’impossibile per ridurre i costi..aspetto vostre notizie

  9. Intanto Grazie per la risposta 🙂
    Che con il brevetto italiano ci facessi poco in U.k l’immaginavo, apunto per questo ero orientato a prenderlo di sanapianta. Io andrei vicino Oxford, ma se te mi dici i costi e i tempi cercherei di venire in scozia per farlo, anche se dovrei capire come fare per l’alloggio 🙂
    Grazie sempre.

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